Il Teatro Carignano di Torino, il più antico della città è uno dei pochi teatri settecenteschi ancora attivi e fu realizzato dagli architetti Guarino Guarini, Benedetto Alfieri e Battista Ferroggio.
Il Teatro Carignano, ubicato nell’omonima piazza e inaugurato nel 1753, si avvalse di registi e direttori artistici come Luigi Pirandello, Nico Pepe e Luca Ronconi e dal 1977 è gestito dalla Fondazione del Teatro Stabile di Torino.
Il palcoscenico del Teatro dei Principi di Carignano ha ospitato personaggi come il compositore genovese Niccolò Paganini, il direttore d’orchestra parmense Arturo Toscanini, Vittorio Gassman, l’attrice torinese Franca Nuti e il celebre Dario Fo.
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L’attuale fisionomia del teatro presenta diversi stili architettonici, dai prospetti esterni del Settecento al gusto romantico ottocentesco degli interni.
Storia del Teatro Carignano di Torino
Il Teatro Carignano risale alla fine del Seicento, quando il vicino locale Trinchetto Rosso veniva usato come sferisterio sia per il gioco della pallacorda che come luogo di feste.
Il gioco della pallacorda si diffuse verso la fine del Cinquecento, poi in Torino e provincia vennero aperti numerosi trincotti che, con relative gradinate ospitavano sia le manifestazioni sportive che gli spettacoli.
Il più importante era in Trincotto Rosso, trasferito nella zona del Balon quando venne costruito il Teatro Carignano.
piazza Carignano
Nel 1703 Emanuele Filiberto di Savoia acquistò l’edificio del Trincotto Rosso, poi incaricò l’architetto modenese Guarino Guarino, a cui si deve l’elegante Palazzo Carignano, di rimaneggiare la prima sala quadrangolare dotandola di un primo palco.
La sala, ampliata nel 1716 e dotata di un apparato decorativo diventò un vero e proprio teatro, anche se privato poiché finanziato da Emanuele Filiberto di Savoia e destinato a spettacoli per famiglia reale e corte.
I primi spettacoli aperti al pubblico si tennero dal 1719 con “Il Carceriere di sé stesso” del compositore fiorentino Giuseppe Maria Orlnandini, con la partecipazione del soprano di Parma Francesca Cuzzoni.
Nel 1727 Emanuele Filiberto di Savoia diede in gestione il teatro alla Società dei cavalieri, offrendo balletti, canti, commedie e prose, mentre l’opera si esibiva presso il Teatro Regio, in piazza Castello.
Tra il 1752 e il 1753 Luigi Vittorio di Savoia, nipote di Emanuele Filiberto fece ampliare e ristrutturare il Teatro Carignano, commissionando i lavori all’architetto romano Benedetto Alfieri, molto attivo a Torino.
Terminati i lavori il Teatro Carignano disponeva di una struttura in muratura che ospitava 84 logge.
Il teatro venne inaugurato nel 1753 con uno spettacolo del commediografo veneziano Carlo Goldoni dal titolo “La calamita dei cuori”, con le musiche del compositore Baldassare Galuppi, anch’esso veneziano.
Il 16 febbraio 1786 il Teatro Carignano fu distrutto da un incendio, poi fu ricostruito in soli sei mesi dall’architetto vercellese Giovanni Battista Ferroggio, riprendendo i volumi originari di Benedetto Alfieri.
La decorazione della sala a ferro di cavallo venne affidata ai fratelli Pozzo, mentre quella del sipario e del soffitto al pittore e scenografo biellese Bernardino Galliari.
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Il Teatro Carignano venne nuovamente ristrutturato dopo l’occupazione napoleonica, ospitando nel 1814 la prima assoluta de “Il servo Padrone” del compositore romano Pietro Generali.
Nel 1818, al Teatro Carignano il compositore e violinista genovese Niccolò Paganini pronunciò la celebre frase che passò alla storia, ovvero “Paganini non ripete”.
Re Carlo Felice chiese una replica a Niccolò Paganini che tuttavia rifiutò, pare per un dolore ai polpastrelli dovuto alla lunga esecuzione e non per un capriccio.
Il Re ne fu parecchio contrariato, infatti il rifiuto costò Paganini una lunga assenza dalle scene nei maggiori teatri d’Italia.
Niccolò Paganini
Nel 1821, nell’ottica di un’attenta strategia politica Vittorio Emanuele I di Savoia istituì la Compagnia Reale Sarda, per promuovere “l’istruzione e il diletto popolare” attraverso il teatro drammatico.
La Compagnia fu diretta per diverso tempo dall’attore teatrale torinese Gaetano Bazzi, diventando una delle più celebri compagnie teatrali del XIX secolo.
In oltre trent’anni di attività la Compagnia Reale Sarda annoverò nel suo organico attori come il livornese Ernesto Rossi, Carlotta Marchionni di Pescia (PI), il fiorentino Luigi Vestri e la friulana Adelaide Ristori, riscuotendo lodi di pubblico e critica.
Nel 1824 andò in scena “La Schiava di Bagdad” del compositore catanese Giovanni Pacini e “La pastorella feudataria” del compositore marchigiano Nicola Vaccaj.
Nel 1836 il Teatro Carignano ospitò “Un episodio di San Michele” del compositore torinese Giuseppe Concone, poi nel 1840 “Rolla” e nel 1841 “Ginevra degli Almieri”, entrambi del compositore pistoiese Teodulo Mabellini.
Il teatro fu rimaneggiato nel 1845, quando il pittore torinese Francesco Gonin di riaffrescò il soffitto della platea, poi riaprì due anni dopo con “Il corsaro” del compositore marchigiano Alessandro Nini.
Nel 1850 andò in scena “La spia”, l’anno successivo “La figlia del proscritto” e nel 1853 “Alina”, opere del compositore torinese Angelo Villanis.
Nel 1856 “Gentile da Varano e la demente” del compositore marchigiano Filippo Marchetti, quattro anni dopo “Il vecchio della montagna” del pavese Antonio Cagnoni e nel 1868 “Gli artisti della Fiera” di Lauro Rossi, anch’esso marchigiano.
Nel 1870 il Teatro Carignano venne acquistato dalla città, tuttavia fu messo all’asta già nel 1883 e acquistato da alcuni personaggi illustri di Torino tra cui l’ingegnere Pietro Carrera e l’architetto torinese Barnaba Panizza.
Barnaba Panizza, insieme al padre Lorenzo progettò il Teatro Alfieri, in piazza Solferino, divenendovi anche co-proprietario.
I nuovi acquirenti progettarono una ristrutturazione, la messa a norma di sicurezza, il loggione e un impianto elettrico simile a quello del Teatro Regio, in piazza Castello.
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Inoltre avvicinarono gli attori più illustri dell’epoca, come Irma Grammatica di Fiume (attuale Croazia), il lucchese Ermete Novelli ed Eleonora Duse, di Vigevano (PV).
Nel 1877 nacque la Compagnia della Città di Torino, la prima stabile del Teatro Carignano e diretta dall’attore marchigiano Cesare Rossi.
Nel 1882 andò in scena “La signora delle camelie”, tratto dal romanzo di Alexandre Dumas, con la regia dell’attrice parigina Sarah Bernhardt, soprannominata “La voce d’oro” e “La divina”.
Nel 1885 “I Valdesi” del musicologo torinese Giuseppe Ippolito Franchi e nel 1889 “Mariska” del compositore e pianista vicentino Giacomo Orefice.
Nel corso dei decenni, in concorrenza con il nascente cinema il Teatro Carignano ospitò diverse commedie e spettacoli innovativi anche di autori stranieri.
Nel 1912 il teatro fu messo in vendita e acquistato dai fratelli Chiarella, impresari genovesi che, nel 1932 lo rivendettero al comune di Torino pur mantenendone la gestione per alcuni decenni.
Nel 1935, in occasione dei lavori di rifacimento di via Roma, Teatro Carignano fu nuovamente ristrutturato, poi reinaugurato il 6 gennaio 1936 con “Il matrimonio segreto” del compositore casertano Domenico Cimarosa.
Circa un mese dopo il Teatro Regio di piazza Castello venne distrutto da un incendio, così il Carignano ospitò provvisoriamente le opere liriche.
Durante la seconda guerra mondiale i bombardamenti distrussero diversi teatri di Torino come Maffi, Balbo, Alfieri e Politeama Chiarella.
Il Teatro Carignano fu colpito la notte dell’8 novembre 1942 da alcuni spezzoni incendiari, ma la prontezza degli interventi limitarono di molto i danni.
Dopo la nascita del primo Teatro Stabile di Milano, fondato il 14 giugno 1947, anche Torino vide nascerne uno analogo al Carignano, guidato dall’attore e regista di Udine Nico Pepe.
Teatro Carignano è stato scelto dal regista Dario Argento per alcune scene dei film Profondo Rosso del 1975 e Non ho sonno del 2011.
Nel 2007 è stato oggetto di lunga e attenta ristrutturazione, riaprendo al pubblico nel 2009 con lo spettacolo “Zio Vanja” dello scrittore e drammaturgo russo Anton Pavlovič Čechov, per la regia teatrale Gabriele Vacis, di Settimo Torinese.
Negli ultimi decenni il Teatro Carignano ha ospitato i più grandi personaggi teatrali itaiani, tra cui Paola Borboni, Vittorio Gassman, Eduardo De Filippo, Dario Fo, Mariangela Melato, Gabriele Lavia, Leo Gullotta, Toni Servillo, Franca Nuti.