Susa, in provincia di Torino, è un gioiello di storia, arte e cultura poiché da millenni è crocevia per diversi itinerari tra il nord Europa e l’Italia, come testimoniano i numerosi monumenti romani e medievali.
In tempi antichi Susa fu la capitale del Regno dei Cozii, punto di partenza sia della Via Cozia che della Via Domizia, oltre che posto di tappa della Via francigena.
La Via francigena, detta anche Via Romea dall’Europa occidentale conduceva a Roma, poi si proseguiva in Puglia dove a Brindisi c’era l’imbarco per la Terrasanta.
L’origine del nome Susa è antichissima, come la sua storia.
Il toponimo è formato dal radicale gallico sego che significa forte, mentre in epoca romana veniva chiamata Segusium, poi Segusia, Secusia e infine Susa.
Susa venne fondata alla confluenza del fiume Dora Riparia con il torrente Cenischia, una posizione ottimale per controllare le vie diretta ai valichi Monginevro e Moncenisio.
Quando città come Aosta e Torino non erano ancora state fondate, a Susa esisteva una realtà celtica organizzata da sacerdoti druidi.
Non è chiaro quando comparve il primo abitato, di certo vi furono i Liguri e verso il 500 a.C. circa i Celti, che si fusero con le prime popolazioni locali.
Storia di Susa
All’epoca del regno di Donno e di suo figlio Cozio, il territorio segusino visse un periodo di prosperità e pace.
Anche se Susa era la capitale di una vasta area che comprendeva diversi territori d’oltralpe i due sovrani seppero governare con saggezza le numerose tribù di origine celtica.
Secondo alcuni invece, la prima capitale del regno Cozio era l’attuale Exilles, sempre in Val di Susa, poiché più interna e quindi facilmente difendibile.
La località è famosa soprattutto per l’imponente Forte di Exilles.
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In seguito arrivarono i Romani guidati da Giulio Cesare che, dopo aver combattuto contro le popolazioni locali stabilirono un patto di alleanza con il re Donno.
Nel III secolo d.C. Susa venne dotata di mura, tuttavia nel 312 fu conquistata dall’Imperatore Costantino I, detto anche Costantino il Grande, poi nel 476 con la fine dell’Impero romano d’Occidente per la città alpina iniziò un periodo di decadenza.
Verso la fine del V secolo Susa divenne parte del Regno ostrogoto, poi alla metà del VI secolo, con la fine della guerra gotica diventò parte della prefettura del pretorio d’Italia, la cui capitale fu prima Milano e poi Ravenna.
In seguito venne conquistata da Albonio, re dei Longobardi dal 560 circa al 572 ed annessa al suo Regno.
Nel 575 la città alpina fu annessa al regno di Gontrano, un re franco della dinastia dei merovingi, infine nel 774 venne annessa al regno di Carlo Magno, dopo la vittoria sui longobardi.
Susa Romana
Per la città l’arrivo dei romani fu un evento epocale poichè lasciò tracce importantissime, come l’imponente Arco dedicato all’imperatore Cesare Ottaviano Augusto.
Accanto all’Arco troviamo l’acquedotto romano, di cui rimangono le due grandi arcate.
Poco distante c’è l’anfiteatro romano del II secolo d. C. riportato al suo antico splendore nel 1961.
Le mura cittadine risalgono al III secolo, con la bellissima Porta Savoia ancora ben conservata, mentre nella piazza accanto, anch’essa chiamata Savoia, in una zona che ospitava l’antico foro sono visibili alcuni reperti di età romana.
Periodo medievale
Poco prima dell’anno 1.000 il primo marchese di Torino, Arduino III detto il Glabro controllava sia Susa che tutto il territorio fino al valico del Monginevro.
Gli succedette il primo genito Manfredo che in seguito lasciò le redini al figlio Olderico Manfredi, fondatore dell’abbazia di San Giusto e padre della Contessa Adelaide.
Poi vi fu il matrimonio fra Oddone di Savoia, il capostipite dei Savoia in Italia e Adelaide di Susa, celebrato nella cattedrale segusina.
Il matrimonio sigillò l’unione delle due famiglie nobili, ovvero Savoia e Arduinici, dando vita ad una delle dinastie più antiche d’Europa.
A testimonianza dell’epoca vi sono diversi monumenti come la chiesa di Santa Maria Maggiore, il Castello della Contessa Adelaide, la chiesa di San Francesco e i suoi chiostri, la cattedrale di San Giusto, due torri nel centro città.
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Poi le case medioevali porticate e la casa De Bartolomei del XIII secolo, ovvero l’abitazione privata del famoso giurista medievale Arrigo De’ Bartolomei detto il Cardinale Ostiense.
Sotto i Savoia Susa diventò provincia seguendo i destini del ducato, infine dopo l’Unità d’Italia del 1861, la provincia fu inglobata in quella di Torino.
Una piccola curiosità: il primo che conferì a Susa il titolo di città fu Napoleone Bonaparte.
Cosa visitare a Susa
Susa nonostante conti circa 6.000 abitanti è città è ricchissima di storia, arte e cultura, come vediamo a breve.
Il Castello della Contessa Adelaide, realizzato nel X secolo su un preesistente palazzo romano, ospita sia il Museo Civico della città che il Centro di interpretazione del territorio della Valle di Susa.
La Cattedrale di San Giusto in stile romanico e neoromanico è il principale luogo di culto di Susa, la sua costruzione iniziò nell’XI secolo e fino al XVII fu un’abbazia benedettina.
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La cattedrale di San Giusto si trova nel centro storico, accanto all’antica porta delle mura romane.
Le mura romane di Susa comprendono una cerchia di mura pressoché intatta e le parti più antiche risalgono al III secolo, compreso Porta Savoia.
Porta Savoia, integra e utilizzata ancora oggi è una delle principali porte di Susa, si trova a fianco della cattedrale di San Giusto e insieme all’Arco di Augusto è uno dei monumenti simbolo della città.
L’Arco di Augusto risalente al I secolo a.C. si trova lungo l’antica Via Cozia, oggi conosciuta come Via delle Gallie e fu eretto in onore di Gaio Giulio Cesare Augusto, meglio conosciuto come Ottaviano o Augusto, il primo imperatore romano dal 27 a.C. al 14 d.C.
Il convento dei Frati Minori di Susa, un complesso francescano fondato all’inizio del XIII secolo, nella cui chiesa vi sono diversi affreschi.
Il Museo diocesano d’arte sacra, allestito in diverse sale cura anche la conservazione di antichi documenti, come il Breviario di San Michele della Chiusa del 1315.
Sito del Museo: http://www.centroculturalediocesano.it/
Il Breviario di San Michele della Chiusa è un libro liturgico manoscritto del 1315 di 1390 pagine e fu utilizzato per almeno tre secoli nel ciclo della preghiera quotidiana presso il monastero, oggi noto come Sacra di San Michele.
Dopo la dispersione della biblioteca della Sacra di San Michele all’inizio del XIX secolo, il breviario fu riacquistato da un donatore che lo diede in custodia alla Parrocchia di San Giovanni Vincenzo, a Sant’Ambrogio di Torino.
L’anfiteatro romano di Susa, dove si svolgevano i combattimenti fra gladiatori fu riscoperto negli anni ’60, risale al II – III secolo ed ha una forma ad ellisse di 45 metri per 37.
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L’arena è circondata da un recinto di mura che sosteneva le gradinate, al suo interno fu scavato uno stretto cunicolo che metteva in comunicazione 4 camere, quelle dei gladiatori e delle belve.
A nord-est dell’arena vi sono i resti di un piccolo edificio circolare, probabilmente lo spolarium, dove venivano portati i gladiatori feriti o uccisi.
Acquedotto romano
L’acquedotto romano di Susa, venuto alla luce nel 1834 si trova vicino all’Arco di Augusto.
Foto di Guilhem Vellut – licensed under CC BY 2.0
L’interpretazione maggiormente accettata indica le due arcate come ciò che resta di un acquedotto stabile romano del IV secolo.
Infatti in diversi punti della città furono rinvenute opere di canalizzazione a cui l’antico acquedotto poteva collegarsi, oltre ad una grande cisterna coperta da una volta a botte in prossimità della struttura.
Susa, come detto in precedenza, nonostante le dimensioni contenute è ricchissima di storia, arte e cultura, con una forte stratificazione di epoche.
Infatti è stata oggetto di numerosi studi che comprendono anche antichi passaggi sotterranei presenti in abitazioni private, spesso citati nella tradizionale orale dai suoi stessi abitanti.