Pinerolo, in provincia di Torino fu sia capitale dei possedimenti Savoia-Acaia che capoluogo dell’omonimo circondario istituito nel 1859, dopo l’annessione della Lombardia nel Regno di Sardegna.
Pinerolo, oltre ad essere ricca di storia, arte e cultura è anche famosa per la Maschera di Ferro, il misterioso personaggio che nel Seicento fu rischiuso presso l’antica cittadella.
Storia di Pinerolo
Il pinerolese fu abitato fin dalla preistoria, come dimostrano diversi ritrovamenti, poi nel 2003 durante alcuni lavori autostradali, presso Riva di Pinerolo emerse una necropoli romana composta da circa trenta tombe.

Il toponimo Pinerolo comparve la prima volta nel 981 come Pinarolium in un diploma di Ottone II di Sassonia, re dei Franchi Orientali, con cui confermava al vescovo torinese diritti e privilegi dei suoi predecessori.
La storia di Pinerolo inizia nel 1064, quando la contessa Adelaide di Susa, dopo aver fondato l’abbazia di Santa Maria in San Verano (oggi Abbadia Alpina) l’affidò ai monaci benedettini provenienti dalla Sacra di San Michele.
Gestito gli abati San Verano era il vero centro di Pinerolo, da cui dipendevano altri borghi come quelli sorti intorno alle chiese San Donato e San Maurizio e, nello stesso periodo nacque il primo comune.
Nel 1220 Pinerolo fu occupata da Tommaso I di Savoia, giurando di garantire le libertà comunali, poi quando l’imperatore Federico II di Svevia giunse in Piemonte, nel 1238 investì l’abate dei diritti che un tempo possedeva su Pinerolo.

Tuttavia fu scomunicato dal pontefice e nel 1243 il suo successore vendette i territori a Tommaso II di Savoia, poi con il nipote Filippo I nacque il ramo dei Savoia-Acaia e Pinerolo divenne capitale dei loro possedimenti.
Sotti gli Acaia Pinerolo visse periodi di relativa pace, poi l’11 dicembre 1418 la morte di Ludovico pose fine alla dinastia, così la città passò ai Savoia e Amedeo VIII detto il Pacifico, unì il Piemonte in un solo stato.
Con i Savoia Pinerolo visse un periodo di prosperità, poi finì sotto dominio francese dal 1536 al 1574, quando Emanuele Filiberto, detto Testa di Ferro ne ottenne la restituzione da Enrico III di Francia.
Il 27 settembre 1592 il generale francese François de Bonne giunse a Pinerolo e, approfittando dell’assenza del governatore, tale Carlo Valperga di Rivara, tentò un’incursione notturna per prendere la città.
Secondo tradizione la moglie del governatore, ovvero Ortensia di Piossasco guidò la difesa respingendo i francesi che, trincerati a Bricherasio, furono ricacciati oltralpe nel 1595.

Durante la guerra di successione di Mantova e del Monferrato, il 31 marzo 1631 il Cardinale Richelieu conquistò Pinerolo, che poi passò alla Francia con il trattato di Cherasco del 6 aprile 1631.
Durante l’occupazione l’ingegnere Sébastien Le Prestre restaurò ed ampliò le fortificazioni, mentre nella cittadella, adibita anche a carcere fu detenuto il misterioso personaggio noto come la Maschera di Ferro.
La città ospita la rievocazione storica della Maschera di Ferro, mentre sul colle di San Maurizio c’è il monumento commissionato nel 1959 dalla Pro Pinerolo, opera dello scultore torinese Luigi Aghemo.
Nel 1664 il ministro delle finanze francesi fu accompagnato in esilio a Pinerolo da Charles de Batz de Castelmore, conte d’Artagnan, da cui lo scrittore Alexandre Dumas prese spunto per l’omonimo protagonista del suo romanzo I tre moschettieri.
Dopo diverse battaglie, tra cui Staffarda (CN) del 18 agosto 1690 e Marsaglia (TO) del 4 ottobre 1693, il trattato di Torino del 29 agosto 1696 restituì Pinerolo ai Savoia, tuttavia i francesi prima di lasciare la città fecero saltare sia cittadella che castello.

Dopo pochi anni, precisamente nel 1703 i francesi invasero nuovamente il Piemonte, tuttavia vennero sconfitti nel celebre assedio di Torino del 1706.
In seguito Vittorio Amedeo II varò diverse riforme, poi nel 1713 instaurò il Senato del pinerolese con giurisdizione in tutto il Piemonte e, il palazzo in via Principi d’Acaia ne conserva ancora il nome.
Il 3 dicembre 1748 papa Benedetto XIV eresse Pinerolo a sede vescovile e, con l’espansione della città arrivarono alcuni dei migliori architetti dell’epoca, come il messinese Filippo Juvarra ed il torinese Bernardo Antonio Vittone.
Arriviamo al 21 settembre 1798, quando il generale francese La Suire entrò a Pinerolo con 4.500 uomini, precedendo la celebre battaglia di Marengo (AL) del 14 giugno 1800.
Così l’11 settembre 1802 il Piemonte fu annesso alla Francia e Pinerolo divenne parte del Dipartimento del Po, poi con la caduta di Napoleone Bonaparte e la Restaurazione, i territori tornarono ai Savoia.

Chiesa di san Rocco
Il 14 agosto 1842 fu inaugurato il Teatro Sociale, mentre il 2 ottobre 1848 venne fondata l’Associazione Generale degli Operai, una delle prime in Italia dedicate al mutuo soccorso.
L’anno successivo fu trasferita da Venaria Reale la Scuola d’Applicazione di Cavalleria, poi chiusa nel 1943, oggi sede del Museo nazionale dell’arma di Cavalleria.
Da seconda metà Ottocento vi fu un forte sviluppo sia economico che edilizio, con la realizzazione di strade, ponti e ferrovie, come la linea Torino-Pinerolo del 1854 che facilitò i commerci con Liguria e resto della regione.
Arriviamo al primo conflitto mondiale, quando Pinerolo perse 155 nativi e 272 residenti, in loro memoria il 4 novembre 1923 fu inaugurato il Monumento ai Caduti, opera dello scultore torinese Celestino Fumagalli.
Nel 1922 il fornaio pinerolese Pietro Ferrua lasciò la bottega in via Torino trasferendosi all’angolo tra le vie Duomo e Pino, dove aprì la celebre pasticceria Galup.

Pietro Ferrua grazie alla sua ricetta, ovvero il panettone basso con glassa di nocciole del Piemonte, nel 1937 si guadagnò il brevetto di “fornitore della Real Casa”.
Nel 1929 il comune di Abbadia Alpina fu aggregato a quello di Pinerolo, che nel 1931 contava già circa 23.000 abitanti.
Durante la seconda guerra mondiale, dal settembre 1943 a inizio maggio 1945 il pinerolese fu teatro di battaglie tra partigiani e nazifascisti, poi il 26 aprile i tedeschi iniziarono a lasciare Pinerolo e tre giorni dopo il tricolore sventolava sul Palazzo del Comune.
Nel dopoguerra, grazie a ripresa economica e immigrazione nacquero nuovi quartieri e negli anni ’70 la popolazione raggiunse circa 38.000 abitanti.

L’8 settembre 1974 a Pinerolo furono arrestati i fondatori delle Brigate Rosse, ovvero Renato Curcio ed Alberto Franceschini, mentre a bordo di una Fiat 128 si recavano all’incontro con Silvano Girotto, detto Padre Mitra.
Con la crisi industriale di inizio 2.000 l’economia pinerolese ha virato verso il terziario, con un importante incremento del turismo, mentre rimangono forti agricoltura, allevamento e gastronomia, specialmente formaggi e vini.
Pinerolo e il Giro d’Italia
Pinerolo è stata più volte tappa del Giro d’Italia, come nella prima edizione del 1909 con la Torino-Genova, competizione vinta dal varesotto Luigi Ganna.
Nel 1949 fu sede di arrivo della 17° tappa Cuneo-Pinerolo, per poi ripartire verso Torino, edizione vinta dall’alessandrino Fausto Coppi sul fiorentino Gino Bartali.
Sempre Cuneo-Pinerolo nel 1964, 1982 e 2019, per poi ripartire verso Ceresole Reale, nel Parco del Gran Paradiso, mentre nel 2007 con l’11° tappa da Serravalle Scrivia (AL).
Pinerolo ha anche ospitato il Tour de France del 2011, con la 17° tappa proveniente da Gap, nella Provenza-Alpi-Costa Azzurra, poi la successiva verso il Colle del Galibier, nella medesima regione francese.
Cosa visitare a Pinerolo
Il monumento più famoso è la cattedrale di San Donato, eretta dove sorgeva un’antichissima chiesa del X secolo per volere di Olderico Manfredi II, marchese di Torino e Susa.

La facciata fu rifatta dopo il terremoto del 1808, all’interno volte e pilastri sono interamente decorati ed è possibile ammirare diverse opere d’arte.
Poi la chiesa barocca di Santa Croce, anch’essa ricca di opere d’arte, quella di San Domenico del Quattrocento e quella di San Rocco, realizzata a metà Settecento dall’architetto torinese Giuseppe Gerolamo Buniva.
La Basilica di San Maurizio, menzionata in documenti del 1078 fu poi ricostruita nel Settecento e, rimaneggiata nei secoli è ricca di decorazioni ed opere d’arte.

Adiacente troviamo l’elegante Santuario della Madonna delle Grazie, comunicante con la basilica di San Maurizio attraverso una scalinata ricoperta di ex voto.
Edifici Storici
Piazza Vittorio Veneto, progettata nel 1738 fu la piazza d’armi cittadina fino al 1830, ospita la statua marmorea dedicata al generale torinese Filippo Brignone, opera dello scultore varesotto Odoardo Tabacchi.
Palazzo dei Principi d’Acaia fu eretto nel 1318 per volere di Filippo I, il salone d’onore presenta pareti con affreschi risalenti al Quattrocento, mentre sul tetto sono ancora visibili tracce della torre cilindrica, come appare nelle stampe seicentesche della città.

Palazzo Vittone prende il nome dall’architetto che lo progettò nel 1740, il torinese Bernardo Antonio Vittone su commissione di re Carlo Emanuele III di Savoia, oggi è sede di diversi musei.
Palazzo del Senato, risalente al XV secolo fu eretto per volere di Ludovico d’Acaia, poi nel 1713 Vittorio Amedeo II vi instaurò il Senato del Pinerolese, con giurisdizione in tutto il Piemonte.
Durante l’occupazione napoleonica fu sede del Sovrano consiglio del Re di Francia, oggi ospita la mostra archeologica La necropoli della Doma rossa.
Casa del Vicario, attestata nel catasto del 1428 come sede del forno della Catena è uno dei simboli di Pinerolo, i recenti restauri della facciata hanno riportato alla luce un antico affresco.

Il nome risalirebbe all’epoca in cui era proprietà dei marchesi Romagnano, poiché un membro del casato era Vicario abbaziale di Santa Maria del Verano, oggi frazione di Abbadia Alpina.
Il Teatro Sociale fu realizzato tra il 1836 e 1842 su progetto dell’architetto Tommaso Onofrio di Canelli, la prima rappresentazione fu il 14 agosto 1842 con l’opera La straniera, del compositore catanese Vincenzo Bellini.
L’incendio del 9 aprile 1972 risparmiò solo parte della facciata, poi la ristrutturazione dell’architetto torinese Sergio Hutter, approvata nel 1991 partì solo a fine decennio, concludendosi nel 2008 con una capienza di 500 posti.
I lavori recuperarono la facciata su piazza Vittorio Veneto, infatti rispecchia lo stile ottocentesco, mentre quella su via Giuseppe Verdi è moderna.
La biblioteca civica Camillo Alliaudi aprì al pubblico nel 1968, erede delle raccolte monastiche medievali, incamerò i beni della Biblioteca Provinciale istituita nel 1799 durante l’occupazione napoleonica.
Nell’Ottocento ricevette molte donazioni da studiosi, storici e tipografi, tra cui Achille Lobetti-Bodoni, erede del celebre tipografo di Saluzzo Gian Battista Bodoni.
Musei
Il Museo storico dell’Arma di Cavalleria, arricchito anche grazie ai numerosi donatori fu inaugurato nel 1968 nell’ex caserma Principe Amedeo, poi intitolata al generale emiliano Dardano Fenulli, per circa un secolo sede del Comando della Scuola di Applicazione di Cavalleria
I reperti vanno dal 1845 e comprendono armi, stendardi, mezzi di trasporto, dipinti, fotografie, bandiere e decorazioni, oltre a oggetti sia delle due guerre mondiali che coloniali.
Il Museo del Mutuo Soccorso ha sede in via Silvio Pellico, nell’edificio acquistato a fine Ottocento dall’Associazione Generale degli Operai di Pinerolo.
L’associazione nacque il 12 ottobre 1848 nella locanda del Cavallo Bianco, poi autorizzata con Regio Decreto del 1° luglio 1849 per:
- aiutare sia i soci in caso di malattia, che quelli inabili al lavoro
- provvedere agli onori funebri dei soci e sussidi alle loro famiglie
- garantire ai soci prezzi bassi per generi di prima necessità
- favorire l’istruzione attraverso una biblioteca circolante
L’8 gennaio 1854 aprì la panetteria sociale, mentre nel settembre 1864 nacque il Magazzino di previdenza, per vendere ai soci beni di prima necessità.
L’associazione fu eretta in ente giuridico il 26 dicembre 1906, in seguito avviò iniziative a favore dell’istruzione come scuola serale, premi di studio e biblioteca circolante.
La Società Generale degli Operai, attiva ancora oggi, insieme al Museo del Mutuo Soccorso è una preziosa testimonianza sul ruolo degli operai nella vita pinerolese.
Il Museo della Doma Rossa, presso Palazzo del Senato ospita i resti della necropoli romana scoperta nel 2003 presso Riva di Pinerolo, comprende una trentina di tombe risalenti tra I e V secolo d.C. e circa 500 oggetti sia funebri che di corredo.
Il Museo Civico di Arte Preistorica, presso Palazzo Vittone racconta l’evoluzione umana nel pinerolese, comprende arte rupestre, documenti, fotografie, video, biblioteca e laboratorio didattico ad uso scolastico.
Il Museo Civico Etnografico del Pinerolese, anch’esso presso Palazzo Vittone offre un affascinante testimonianza sulle comunità del territorio, comprende modelli in scala e oggetti di uso quotidiani risalenti tra fine Ottocento e anni ’50.
Il Civico Museo didattico di scienza naturali Mario Strani, aperto nel 1979 ha sede presso Villa Prever, edificio in stile liberty del 1910 circondato da un ampio parco.
Oltre a strumenti scientifici ospita circa 3.000 calchi in gesso e resina che illustrano 900 specie di funghi, mentre la collezione zoologica comprende molluschi, aracnidi, rettili, uccelli, mammiferi, pesci e anfibi originari del Piemonte.
La Collezione Civica d’Arte di Pinerolo, presso Palazzo Vittone fu aperta nel 1978 e raccoglie opere di pittura, scultura e medaglistica di Ottocento e Novecento italiano.
Il Museo Diocesano di Pinerolo narra la storia della diocesi pinerolese, istituita nel 1748 da Papa Benedetto XIV, ovvero il bolognese Prospero Lorenzo Lambertini.
La collezione comprende sculture lignee dei secoli XVIII e XIX, arredi sacri, paramenti liturgici ed ex voto provenienti sia dalla cattedrale di San Donato che da altre chiese del territorio.