Piazza Carlo Felice è uno dei luoghi più conosciuti di Torino, si trova di fronte alla stazione ferroviaria di Posta Nuova e si congiunge con corso Vittorio Emanuele II e via Roma, ex via Nova.
La prima bozza risale al 1822 per opera dell’architetto Lorenzo Lombardi, in merito ai lavori di piazza del Re, oggi piazza Carlo Felice, mentre l’aspetto attuale si deve all’architetto torinese Carlo Promis, come parte dell’espansione di Torino verso Porta Nuova, Porta Susa, Vanchiglia e Borgo Dora.
Il progetto delimitava l’area con un porticato prospicente alle due piazzette laterali, ovvero Paleocapa e Lagrange, oltre alla prosecuzione dei portici fino a piazza San Carlo e via Po.
L’ingegnere bergamasco Pietro Paleocapa, oltre a portare a compimento il traforo del Frejus ebbe anche un ruolo fondamentale nella progettazione del canale di Suez, insieme al collega trentino Luigi Negrelli.
Storia di Piazza Carlo Felice
Nel 1802 il governo di occupazione napoleonico iniziò le demolizioni della cinta muraria, con l’obiettivo di realizzare grandi viali alberati che migliorassero la sia l’estetica che la viabilità cittadina.
Oltre a mura e bastioni che affiancavano Contrada Nova fu abbattuta anche la monumentale Porta Nuova, individuabile nell’attuale sbocco di via Roma in piazza Carlo Felice e la fontana dei Giardini Sambuy.
L’antica Porta Nuova, una struttura con quattro colonne cilindriche doriche e un ricco frontone decorato, fu inaugurata nel marzo del 1620 con l’arrivo a Torino di Vittorio Amedeo I e della consorte Cristina di Francia, dopo il loro matrimonio a Parigi.
Tra il 1814 e il 1817 fu aperto viale dei Platani, l’attuale corso Vittorio Emanuele II, un lungo rettilineo alberato che conduceva al fiume Po.
Nel 1823, su progetto degli architetti Lorenzo Lombardi e Giuseppe Frizzi furono approvati due grossi isolati, a sud dei quali c’è era un grande slargo circondato da alberi, ovvero piazza del Re, l’attuale piazza Carlo Felice.
piazza Carlo Felice nel 1931 di Fondazione Torino Musei – licensed under CC BY 3.0 IT
Da qui si dipartivano quattro viali, San Salvatore o di Nizza, dei Platani verso il fiume Po, Oscuro verso il Castello del Valentino e vialone Stupinigi, verso la Palazzina di Caccia di Stupinigi.
Tra il 1844-45 la decisione su dove collocare lo scalo ferroviario Torino-Genova fu oggetto di accesi dibattiti tra cittadini, autorità comunale e Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici.
Fu deciso di collocare lo scalo in asse all’attuale corso Vittorio Emanuele II, realizzando anche due stazioni provvisorie, la prima in legno nel 1848, poi sostituita l’anno successivo da una in muratura.
Per consentire il prolungamento di corso Vittorio Emanuele II furono lasciati liberi gli spazi a sud di piazza Carlo Felice, poi tra il 1851 e il 1855 vennero edificati nuovi isolati su progetto dell’architetto torinese Carlo Promis.
Inoltre furono costruiti gli isolati lungo i tratti iniziali delle attuali via Nizza e via Sacchi e, qualche anno dopo iniziò l’ampliamento di Borgo San Secondo.
Portici in piazza Carlo Felice di Guillaume Baviere – licensed under CC BY-SA 2.0
Nel 1858 fu realizzato il giardino di piazza Carlo Felice, oggi Giardino Sambuy, all’epoca circondato da una cancellata in ferro e con al centro una fontana.
Nel 1860 l’ingegnere biellese Alessandro Mazzucchetti fu incaricato di progettare la stazione ferroviaria di Porta Nuova, su uno spazio di 190 metri per 150 compreso tra l’attuale corso Vittorio Emanuele II, via Nizza e via Sacchi.
Per realizzare la facciata l’ingegnere Mazzucchetti si avvalse dell’architetto torinese Carlo Ceppi, già conosciuto per aver realizzato diversi edifici privati in Torino.
La stazione di Porta Nuova fu completata nel 1868 con una spesa finale di 3.400.000.
Giardino Sambuy di piazza Carlo Felice
Nel 1859 venne inaugurata la fontana della Società per la Condotta dell’Acqua Potabile, mentre l’anno successivo fu approvato il progetto dell’attuale giardino Sambuy per opera dell’architetto e paesaggista francese Jean-Pierre Barillet-Deschamps, attivo anche al Parco del Valentino.
Il giardino di piazza Carlo Felice era parte della pianificazione del verde urbano che comprendeva le piazze Bodoni, Savoia (all’epoca chiama Susina), Carlina, Vittorio, il Giardino dei Ripari (oggi Giardini Cavour) e il Parco del Valentino.
Nel 1926 il giardino di piazza Carlo Felice fu dedicato a Ernesto Balbo Bertone di Sambuy, Senatore del Regno d’Italia, soprintendente ai lavori pubblici di Torino e sindaco dal 1883 al 1886.
foto di Luca Di Ciaccio – licensed under CC BY-NC-SA 2.0
Nel giardino vi sono le statue dedicate a Ernesto Bertone di Sambuy, opera dello scultore milanese Michelangelo Monti e allo scrittore ligure Edmondo De Amicis, autore del libro Cuore, opera dello scultore torinese Edoardo Rubino.
Monumento dedicato a Edmondo De Amicis
Ai lati del monumento vi sono gli ammonimenti che lo scrittore pronunciò alle scolaresche torinesi in qualità di consigliere comunale.
L’iniziativa di dedicare un monumento a Edmondo De Amicis fu lanciata dalla Gazzetta del Popolo e il 21 ottobre 1923, durante l’inaugurazione presero la parola Lorenzo La Via, commissario prefettizio di Torino, Raffaello Nardini Saladini, vice direttore del quotidiano ed Ernestina Rossi, alunna di VI elementare, a nome di tutti i piccoli lettori del libro Cuore.
Foto di Luca Galli – licensed inder CC BY 2.0
La statua, chiamata la “Seminatrice delle buone parole” è posta simbolicamente davanti a un altorilievo che raffigura dei bambini.
Con il braccio sinistro la donna regge una sacca di semi, mentre il braccio destro è teso all’indietro nel gesto di lanciare dei chicchi di grano e simbolicamente, dispensa ai fanciulli la semente della buona parola.
Nel 1873 in piazza Carlo Felice fu posata la statua dedicata al politico e scrittore torinese Massimo d’Azeglio, opera dello scultore salernitano Alfonso Balzico.
La statua, il cui basamento presenta una tavolozza, un libro e una spada militare fu trasferita nel 1936 all’angolo tra corso Vittorio Emanuele II e corso Massimo d’Azeglio, nel Parco del Valentino.
Nel Giardino Sambuy c’era anche un gigantesco termometro, poi rimosso durante la seconda guerra mondiale e del quale si sono perse le tracce, poiché non sappiamo se fu smontato o portato in qualche magazzino.
Una foto del vecchio termometro è visibile sulla pagina di Torino Storia, cliccando qui.
Il Giardino Sambuy ospitava anche un grande orologio fiorito che, attraverso un meccanismo interrato permetteva alle lancette di segnare l’ora indicando i fiori.
L’orologio floreale fu donato dalla città di Ginevra nella seconda metà del ‘900, in occasione di una mostra di orologi svizzeri, poi con la costruzione della stazione metropolitana l’orologio fu rimosso.
Infine, il giardino di piazza Carlo Felice ospita anche uno degli alberi torinesi catalogati come monumentali, ovvero un Noce del Caucaso di 27 metri.
Noce nel Giardino Sambuy – licensed under CC BY-SA 4.0
Piazza Carlo Felice è anche sede di diverse attività storiche, come l’Hotel Roma dove il 27 agosto 1950, precisamente nella stanza 346, il poeta e scrittore cuneese Cesare Pavese si tolse la vita.
Nella piazza si trova anche la storica Cioccolateria Giordano, che con i suoi elegantissimi arredi stile tardo Ottocento è un’alchimia fra profumi di storia e peccati di gola.