Palazzo Scaglia di Verrua: storia e antichi affreschi

Il Palazzo Scaglia di Verrua, uno degli edifici più storici di Torino si trova a pochi passi dalla centralissima via Garibaldi ed è considerato di grande valore documentario.

Infatti Palazzo scaglia di Verrua è uno dei pochi esempi di edifici cinquecenteschi non soggetto a modifiche in epoca barocca, infatti conserva il suo aspetto originale.

Gli affreschi che decorano l’esterno furono dipinti intorno al 1603 dal pittore bresciano Antonio Parentani, giunto a Torino nel 1596 e dal 1602 mastro de’ pittori, succedendo al vercellese Giacomo Rossignolo.

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Gli affreschi del Palazzo Scaglia di Verrua sono l’unico esempio rimasto a Torino dell’antica abitudine di ornare le facciate dei palazzi con ritratti, paesaggi e figure allegoriche.

Gli affreschi solitamente erano ispirati agli apparati per le feste di casa Savoia, poi rinnovati in occasione di nozze reali e festività importanti.

Storia del Palazzo Scaglia di Verrua

Palazzo Scaglia di Verrua si trova nell’antica planimetria romana di Torino, nell’isolato anticamente conosciuto come Isola di Sant’Alessio.

L’edificio fu realizzato intorno al 1585-1590 dall’abate Filiberto Scaglia di Verrua, figlio del conte carlo Vittorio Amedeo, governatore di Nizza e di Claudia Francesca de Saint-Michel d’Hermance, prima dama d’onore della duchessa di Francia.

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I conti di Verrua, di origine biellesi fecero fortuna attraverso le professioni di notaio e mercante, il loro stemma in stucco è ancora visibile sul portone di ingresso, inserito in altre decorazioni che raffigurano allegorie, divinità e paesaggi.

In seguito il palazzo divenne proprietà di Antonio Solaro, Generale delle Finanze del Governo sabaudo, che acquistò e unificò diverse porzioni di fabbricato dell’isolato all’epoca chiamato carignone e poi Isola Sant’Alessio.

Solaro commissionò all’artista bresciano Antonio Parentani una serie di affreschi per decorare sia la facciata che la corte interna, poi nella seconda metà del Seicento il palazzo venne rimaneggiato dall’architetto Gian Andrea Garabello.

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In seguito l’edificio tornò di proprietà della famiglia Scaglia di Verrua, mentre alla morte di Filiberto fu acquistato dalla famiglia San Martino della Motta.

Successivamente passò ad Anna Felice Scaglia di Verrua, ultima discendete della famiglia e sposa del conte Giuseppe San Martino della Motta, mentre nel XVIII secolo fu acquistato dalla famiglia Balbo Bertone di Sambuy.

Ernesto Balbo Bertone di Sambuy ricoprì diverse cariche pubbliche a Torino, come sindaco dal 1883 al 1886, assessore ai lavori pubblici, sovrintendente ai giardini pubblici e consigliere.

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A Torino, in piazza Carlo Felice, di fronte alla stazione ferroviaria di Porta Nuova c’è un giardino che porta il suo nome.

Nel corso dell’Ottocento Palazzo Scaglia di Verrua fu anche sede di alcune rappresentanze diplomatiche presso la corte sabauda, come la legazione spagnola e l’ambasciata dell’Impero Russo.

La residente più nota di Palazzo Scaglia di Verrua fu la duchessa francese Jeanne de Luynes (1670-1736), nipote del Re Sole Luigi XIV e ritenuta l’amante più famosa e influente di Vittorio Amedeo II.

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