Il Palazzo Civico di Torino, sede del municipio si affaccia sulla centralissima piazza Palazzo di Città, dove si trova il monumento dedicato a Amedeo VI di Savoia, detto il Conte Verde.
Il Palazzo Civico di Torino è adiacente alla centralissima via Garibaldi e vicino sia al Duomo di Torino che a piazza Castello, dove si trova il Palazzo Reale e la magnifica chiesa di San Lorenzo.
Storia del Palazzo Civico di Torino
L’architetto Francesco Lanfranchi nel 1659 ricevette l’incarico di progettare l’attuale Palazzo Civico di Torino nell’allora piazza delle Erbe, sul sito del precedente edificio di impianto medievale.
Lo stesso anno l’arcivescovo torinese Giulio Cesare Barbera posò la prima pietra, alla presenza del Duca Carlo Emanuele II di Savoia e della madre Cristina Maria di Borbone Francia.
I lavori del Palazzo Civico terminarono nel 1663 e l’inaugurazione fu teatro di una delle feste per il matrimonio tra Carlo Emanuele II e Francesca Maddalena d’Orléans, prima cugina dei Luigi XIV, detto Re Sole.
Francesca Maddalena e il Duca si sposarono per procura il 4 marzo 1663 presso la cappella del Louvre, incontrandosi per la prima volta il 3 aprile dello stesso anno a Annecy (Francia), dove si tenne la cerimonia ufficiale.
Poi giunsero a Torino il 15 giugno, dove la giovane sposa morì nel Palazzo Reale nemmeno un anno dopo il matrimonio.
piazza Palazzo di città
Poco dopo il Palazzo Civico di Torino ospitò le seconde nozze tra Carlo Emanuele II e Maria Giovanna Battista di Savoia, ultima discendente dei conti di Ginevra.
Il Palazzo Civico, all’epoca più stretto e privo della sopraelevazione che oggi ospita l’orologio, fu rimaneggiato nel secolo successivo dall’architetto romano Benedetto Alfieri.
Alfieri aggiunse sia le due ali su via Corte d’Appello e via Garibaldi che la piazzetta retrostante, conosciuta come “del Butirro” e incorporata nel cortile di Palazzo Civico.
Poi furono apportate altre modifiche da vari architetti, come i torinesi Valeriano Dellala e Luigi Barberis e l’astigiano Filippo Castelli, oltre al grande orologio in alto affiancato da due nicchie.
Le decorazioni degli ambienti nobili incentrate sulla celebrazione del vivere civile e delle virtù vennero concepite dal rettore di corte Emanuele Tesauro, mentre ai lati dell’ingresso troviamo le statue del Principe Eugenio e di Ferdinando di Savoia-Genova.
L’interno del Palazzo Civico di Torino si apre su un Cortile d’Onore, quasi identico rispetto al progetto originale dell’architetto Lanfranchi.
Lo scalone d’onore che conduce al primo piano presenta una volta riccamente decorata dal pittore di Casale Monferrato Pietro Fea, mentre sulle pareti troviamo dei bassorilievi.
Il salone centrale, detto anche Sala dei Marmi conserva la decorazione neoclassica progettata nel 1816 dall’architetto torinese Ferdinando Bonsignore, a cui si deve anche l’affascinante chiesa della Gran Madre di Torino.
Nel salone un grande altorilievo dell’artista torinese Giacomo Spalla raffigura Vittorio Emanuele I a cavallo, detto il Tenacissimo, in memoria della Restaurazione dopo la caduta di Napoleone Bonaparte.
La Sala della Congregazione del Palazzo Civico di Torino, oggi Sala Verde era l’antica sede per le adunanze invernali del Consiglio della Città, mentre quella del Miracolo, oggi Sala del sindaco è dedicata al Miracolo del SS Sacramento che, secondo la tradizione avvenne il 6 giugno 1435.
Poi sul luogo del miracolo venne eretta una chiesa che, in seguito divenne la basilica del Corpus Domini, in stila barocco.
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La sala del Consiglio è anche conosciuta Sala Rossa, per i damaschi e velluti alle pareti e l’aspetto attuale si deve sia all’architetto romano Benedetto Alfieri che ai successivi interventi del 1880-1882.
Sopra la poltrona principale un dipinto di autore anonimo raffigura Carlo Alberto di savoia, Re di Sardegna dal 27 aprile 1831 al 23 marzo 1849.
I dipinti sul soffitto del XVII secolo sono opera del pittore svizzero Giovanni Andrea Casella, mentre la tela del voto per l’epidemia di colera del 1835 è del pittore di Verolengo (TO) Amedeo Augero.
Nella Sala Rossa troviamo il ritratto attribuito al pittore vercellese Bartolomeo Caravoglia che ritrae Giovanni Francesco Bellezia, primo sindaco di Torino nel 1628.
Nel 1630 il capoluogo piemontese fu colpito da una gravissima epidemia di peste che uccise 8.000 persone, causando anche un forte esodo che ridusse la popolazione cittadina a soli 3.000 abitanti.
Nonostante la peste il sindaco Bellezia rimase a Torino, anche quando fu abbandonata sia dalla famiglia Savoia che dagli alti magistrati e, anche su fu colpito dalla peste affrontò le diverse emergenze, come lo sciacallaggio e l’isteria di massa verso presunti untori.
In seguito Giovanni Bellezia fu il principale rappresentante del Ducato di Savoia ai negoziati della pace di Vestfalia del 1648, oltre che Giudice della Camera dei conti e presidente del Senato Piemontese.
Infine morì a Torino nel 1672 e venne sepolto nella chiesa barocca dei Santi Martiri, in via Giuseppe Garibaldi 25.
Nel Palazzo Civico di Torino, a circa 10 metri sotto il cortile d’onore si trova anche un rifugio antiaereo realizzato negli ’40 dalla ditta Occhetti ed era dotato di un sistema di ventilazione forzata che garantiva un’alta qualità dell’aria.
La galleria principale era compartimentata rispetto alla via di accesso con pesanti porte antisoffio che, sigillando il locale proteggeva gi occupanti da sostanze tossiche e moti d’aria dovuti alle deflagrazioni.