La chiesa di Santa Cristina di Torino in stile barocco, è stata realizzata fra il 1640 ed il 1718 dagli architetti Carlo e Amedeo di Castellamonte (Torino) e Filippo Juvarra (Messina).
La chiesa, una delle principali di Torino, è dedicata a Santa Cristina di Bolsena (una cristiana martirizzata durante la persecuzione sotto Diocleziano nel 303 d.C.), si trova in piazza San Carlo nel cuore del centro storico ed è gemella con la chiesa di San Carlo, anch’essa situata nell’omonima piazza.
Chiese gemelle di Giuseppe Moscato – licensed under CC BY-NC-SA 2.0
I terreni dove sorge la Chiesa di Santa Cristina furono acquistati nel 1639 da Maria Cristina di Francia (reggente di Piemonte) per edificare la struttura in memoria del suo primogenito Francesco Giacinto di Savoia, deceduto il 4 ottobre 1638 all’età di 6 anni.
La realizzazione della chiesa faceva parte di un progetto urbano più grande che prevedeva la costruzione di piazza San Carlo e della chiesa omonima.
I lavori iniziali furono guidati dall’architetto torinese Carlo di Castellamonte nel 1639, tuttavia morì l’anno successivo così il figlio Amedeo di Castellamonte prese in mano il cantiere.
Maria Cristina di Francia diede istruzioni per far erigere un convento sul lato orientale della costruzione, poi occupato dalle monache carmelitane scalze.
La reggente era molto devota alla chiesa, soprattutto perché eretta in memoria del suo del suo primogenito morto prematuramente, tanto che volle essere sepolta al suo interno dopo la sua morte, avvenuta nel 1674.
Foto di Francesco – licensed under CC BY-NC 2.0
Dopo due anni il cantiere si fermò e la chiesa rimase priva di facciata, poi 25 anni dopo, nel 1666 il pittore Giacomo Casella terminò gli affreschi interni della volta.
La facciata della chiesa di Santa Cristina venne terminata fra il 1715 ed il 1718 sotto la guida dell’architetto Filippo Juvarra ed è considerata la prima opera torinese dell’architetto siciliano.
La facciata in stile barocco è arricchita da diverse statue di santi realizzate nel 1717 dagli scultori Giuseppe Salvatore Caresana e Antonio Tantardini.
Nel 1802 durante l’occupazione napoleonica, la chiesa di Santa Cristina venne utilizzata come Borsa di Commercio con la conseguente soppressione del convento occupato dalle monache carmelitane scalze.
In seguito alla Restaurazione la chiesa venne riconsacrata oltre che arricchita, realizzando anche un nuovo altare ad opera dell’architetto torinese Ferdinando Bonsignore.
Interni – licensed under CC BY-SA 4.0
Arriviamo al ventennio fascista quando durante le opere di rifacimento della centralissima via Roma, il convento venne demolito per realizzare i palazzi che attualmente connettono la Chiesa di Santa Cristina a piazza CLN.
Nel 1960 durante i lavori interni alla chiesa, sono state rinnovate le cappelle laterali e l’altare maggiore.
L’interno della Chiesa di Santa Cristina ha una sola navata, riccamente decorata in stile barocco del XVIII secolo, mentre il soffitto è decorato con stucchi raffiguranti angeli e fiori, realizzati dallo stuccatore svizzero Pietro Somasso.
Nel presbiterio si può ammirare l’altare in marmo realizzato dall’architetto torinese Ferdinando Bonsignore e l’antico organo del 1748 realizzato dall’organaro napoletano Liborio Grisante, sul quale si può ammirare il quadro Il martirio di santa Cristina di Bolsena, risalente al XVII secolo.
Infine abbiamo l’altare di destra dedicato al Cuore Immacolato di Maria e l’altare di sinistra dedicato a san Giuseppe.