La Galleria Umberto I è stata realizzata fra il XV ed il XIX secolo dagli architetti Rocco Antonio Rubatto, Francesco Lanfranchi, Giovan Battista Ferrogio, Ernesto Melano e dagli ingegneri Carlo Bernardo Mosca, Giuseppe Mosca e Lorenzo Rivetti, mentre l’inaugurazione è avvenuta nel 1890.
La Galleria Umberto I si trova nel Quadrilatero Romano, collega Piazza della Repubblica (dove c’è il mercato di Porta Palazzo), via della Basilica e via Milano.
L’area all’epoca ospitava l’antico Ospedale Mauriziano, vicino alla cinta di mura si trovavano i Quartieri Militari, l’Ospedale dei Pazzi, l’ergastolo femminile, il ritiro delle Figlie dei Militari, il santuario e il convento della Consolata.
Vicino all’isolato di Santa Croce, dove sorgeva l’Ospedale Mauriziano si trovavano le ghiacciaie pubbliche oltre alla tettoia dei maniscalchi e delle beccherie.
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La struttura precedente la Galleria Umberto I ospitò la prima sede dell’Ospedale Maggiore dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro dal 1575 al 1887, diventando poi il primo Ospedale di Torino.
L’edifico venne ingrandito nel 1603 e nel 1638 per poi essere completamente ristrutturato nel 1666 e nuovamente ampliato nel 1671.
L’Ospedale Mauriziano venne chiuso durante l’occupazione francese per essere aggregato alla nuova sede dell’Ospedale San Giovanni Battista.
Finita l’occupazione francese l’Ospedale Mauriziano venne riaperto ed ampliato fra il 1837 ed il 1843 per essere poi trasferito in corso Stupinigi (oggi corso Turati) dove si trova l’attuale Ospedale Mauriziano.
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Nel 1888 l’edificio venne acquistato dalla Ditta Bancaria Fratelli Marsaglia che fece realizzare la Galleria commerciale Umberto I, su progetto dell’ingegner Rivetti.
La Galleria Umberto I ha una pianta a croce ed una copertura in vetro e metallo da cui entra la luce naturale illuminando sia l’interno che i pavimenti di marmo.
La Galleria ospita diverse attività commerciali fra le quali la storica farmacia Mauriziana, che esiste dal 1575.
Inoltre sono state girate alcune scene di film, fra cui Così ridevano (Leone d’oro a Venezia nel 1998), del regista catanzarese Gianni Amelio.
Meravigliosa!
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