Il Monte dei Cappuccini è una collina di Torino vicino alle rive del fiume Po, a 325 metri sopra il livello del mare; è in prossimità del ponte Vittorio Emanuele I che dà su piazza Vittorio Veneto, nel centro storico del capoluogo piemontese.
Sulla collina sorge la chiesa in stile barocco di Santa Maria al Monte, realizzata fra il 1583 ed il 1656 dall’architetto umbro Ascanio Vittozzi ed è gestita dai frati Cappuccini, uno dei tre ordini mendicanti maschili che costituiscono la famiglia francescana.
Panorama dal Monte dei Cappuccini di Andrea Mucelli – CC BY-NC-SA 2.0
La collina di Torino, l’attuale Monte dei Cappuccini dove si trova anche il Museo della Montagna, in tempi antichi venne usato dai Romani sia per scopi difensivi che di culto.
Qui i romani nel I secolo a.C. edificarono un tempio a Giove come emerso da alcuni resti rinvenuti nel 1500, mentre nel IX secolo sulla stessa collina era presente una piccola chiesa dedicata alla Santa Vergine.
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La prima fortificazione venne realizzata fra l’XI secolo fino al 1233, terminata presumibilmente da Tommaso I di Savoia.
Qualche anno dopo Tommaso II di Savoia la fece modificare in Bastida militare, rinforzandola sistematicamente anche a causa dei diversi tentativi di assedio.
La struttura passò dai Savoia a diverse famiglie, fino ai conti Scaravello che nel 1581 la rivendettero a Carlo Emanuele I di Savoia, quest’ultimo donò i territori all’Ordine dei frati minori Cappuccini per recuperare il consenso cattolico, costruendogli anche un convento ed una chiesa.
I lavori per la costruzione della chiesa di Santa Maria al Monte iniziarono nel 1583 per poi bloccarsi nel 1598 sia per la mancanza di fondi che per l’arrivo della peste.
I lavori ripresero nel 1611 guidati dell’architetto Ascanio Vitozzi che tuttavia morì nel 1615, così i lavori proseguirono sotto la direzione dell’architetto torinese Carlo di Castellamonte, il quale apportò alcune modifiche in stile barocco.
Il lavori furono nuovamente interrotti nel 1630 per una nuova epidemia di peste, infine furono portati a termine da Amedeo di Castellamonte, figlio di Carlo di Castellamonte.
L’inaugurazione e la consacrazione della chiesa avvennero solo il 22 ottobre del 1656, poiché fra il 1637 ed il 1640 vi fu la guerra civile di Torino.
Tramonto sul Monte dei Cappuccini di Michiluzzu – licensed under CC BY-NC-ND 2.0
Una nota interessante è il cosiddetto miracolo del 12 maggio 1640.
Durante l’assedio della città i francesi ruppero le difese della popolazione ed una volta entrati nella chiesa la leggenda narra che dal tabernacolo si levò una lingua di fuoco che protesse le ostie consacrate.
Infatti la leggenda narra che una lingua di fuoco uscì dal Santo Ciborio avvolgendo il petto ed il viso di un soldato francese, evitando così che la chiesa venisse spogliata.
Una spiegazione realistica dell’accaduto ipotizza che, mentre il soldato francese tentò di violare il tabernacolo, uno dei difensori sparò casualmente alla fiasca di polvere da sparo che l’invasore portava al collo, dando così origine alla deflagrazione.
Interni di magro_kr – licensed under CC BY-NC-ND 2.0
I francesi risparmiarono la chiesa ma non i suoi difensori, come testimonia una fossa comune venuta alla luce nel 1937.
In seguito i lavori proseguirono sia all’esterno che all’interno, come gli affreschi eseguiti dal pittore lombardo Isidoro Bianchi e le statue in legno realizzate dallo scultore torinese Stefano Maria Clemente.
Nel 1706 durante l’assedio di Torino da parte delle truppe francesi, il Monte dei Cappuccini fu oggetto di interesse da parte degli assedianti, poiché la collina era strategicamente importante per controllare l’accesso orientale della città; tuttavia i francesi non riuscirono ad espugnarla.
Nel 1799 le truppe austro-russe scelsero il Monte dei Cappuccini come postazione di artiglieria per bombardare la città e la chiesa di Santa Maria al Monte fu oggetto di un solo bombardamento, evento ricordato da una palla di cannone conficcata in una parete della costruzione.
In seguito durante l’occupazione napoleonica, a causa della soppressione degli ordini monastici il convento venne destinato ad uso privato.
Nel 1874 sul Monte dei Cappuccini fu eretta una piccola casa di legno che divenne la sede del Club Alpino Italiano.
Poi fra il 1885 ed il 1942 venne realizzata la funicolare che dall’attuale corso Moncalieri (allora stradone di Genova) raggiungeva la cima della collina.
La struttura venne in parte danneggiata durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale e fu ristrutturata negli anni successivi.
Nel 1960 venne posizionata una statua in bronzo della Vergine nel piazzale del belvedere, opera dello scultore biellese Giovanni Cantono e fu dedicata ai lavoratori torinesi.
La statua è cinta dalla cancellata della grotta di Lourdes, uno dono della diocesi francese ai lavoratori della Fiat che nel 1958 vi si recarono in pellegrinaggio.
Infine furono eseguiti ulteriori lavori di restauro nel 1962 e nel 1983.
La chiesa al suo interno è ricca di decorazioni in stile barocco ed è possibile ammirare diversi dipinti e sculture dell’epoca.
Gli altari della chiesa sono stati progettati dall’architetto torinese Carlo di Castellamonte, sia i laterali che quello maggiore, mentre nei quattro angoli della chiesa si trovano gli altari minori, realizzati dall’architetto romano Benedetto Alfieri.
Nella struttura riposa Sant’Ignazio da Santhià (1686 – 1770), un frate cappuccino che prestò per diversi anni servizio ai poveri e poi canonizzato nel 2002 da papa Giovanni Paolo II.