Il monumento al Duca d’Aosta si trova nella centralissima piazza Castello, il cuore di Torino e fu realizzato dagli scultori Eugenio Baroni e Publio Morbiducci.
Il Monumento al Duca d’Aosta venne inaugurato il 4 luglio 1937 da Re Vittorio Emanuele III, l’intera cerimonia fu trasmessa in diretta dalla radio di Stato, all’epoca lo EIAR, ovvero Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche.
Storia del Monumento al Duca d’Aosta
Contrariamente a quanto spesso si crede non è monumento ai caduti, bensì alla memoria del generale della Terza Armata Emanuele Filiberto di Savoia-Aosta, detto Duca d’Aosta, tra le figure militari più importanti e amate della prima guerra mondiale.
Inoltre fu eretto nel periodo fascista anche per glorificare la figura del Duca d’Aosta, simpatizzante della politica di Mussolini e designato dallo stesso Duce, a sostituire se fosse stato necessario, Re Vittorio Emanuele III poiché, poco gradito al regime.
Il primo concorso per eseguire l’opera, che terminò con esito nullo si tenne a Roma nell’autunno 1932 e prevedeva un monumento equestre in piazza Duca d’Aosta a Torino, vicino all’imponente Stadium.
Così nel marzo 1933 fu istituito un Comitato apposito, di cui fece parte anche l’allora podestà di Torino, ovvero Paolo Ignazio Maria Thaon di Revel.
Come luogo per collocare il monumento fu designata sia piazza Vittorio Veneto, a Torino che il sacrario di Redipuglia, in provincia di Gorizia, dove fu sepolto il Duca d’Aosta.
Dopo il successivo concorso, a cui parteciparono ben 101 concorrenti, nel giugno 1934 il Comitato fece produrre altri bozzetti al trevigiano Arturo Martini ed al tarantino Eugenio Baroni, poi esaminati nel febbraio del 1935.
Circa un mese dopo fu designato il Baroni, il quale partecipò alla prima guerra mondiale con il grado di tenente e insignito di una medaglia d’argento al valore militare per il coraggio dimostrato sul monte Grappa.
Tuttavia Eugenio Baroni morì il 4 giugno dello stesso anno, così il Comitato assegnò l’opera allo scultore romano Publio Morbiducci, già designato dal Baroni come suo successore.
Il progetto del Morbiducci, da collocare poi in piazza Vittorio Veneto a Torino fu approvato nell’ottobre 1935, poi il plastico fu presentato il 29 febbraio dell’anno successivo a Benito Mussolini, che ordinò di inaugurare l’opera il 4 luglio 1937, ovvero nel sesto anniversario della morte del Duca d’Aosta.
Date le difficoltà di erigere l’opera in piazza Vittorio Veneto, il Comitato optò per la centralissima piazza Castello, davanti alla facciata medievale di Palazzo Madama.
Publio Morbiducci modificò il progetto, che fu poi approvato il 15 ottobre 1936, così già nel gennaio 1937 l’area attorno a Palazzo Madama fu isolata dal traffico attraverso un pavimento sopraelevato con cubetti di porfido e fasce di granito.
L’inaugurazione avvenne il 4 luglio 1937.
Descrizione del Monumento al Duca d’Aosta
Il monumento comprende una grande piattaforma rettangolare larga 33.9 metri, su cui un basamento raffigura una trincea espugnata larga 28 metri.
Al centro, su una base alta 1,5 metri troviamo la statua del Duca d’Aosta, alta 4,5 metri e fusa con bronzo proveniente da quattro cannoni nemici.
Lo sguardo del Duca d’Aosta volge a est, dove si trova anche l’affascinate chiesa della Gran Madre di Dio, eretta per celebrare il ritorno dei Savoia dopo l’occupazione Napoleonica di inizio Ottocento.
Ai lati estremi della trincea, attorno a due capisaldi cubici alti 4 metri possiamo ammirare otto figure di fanti alte 2,5 metri.
Il Duca d’Aosta viene raffigurato ritto al centro della trincea, “un soldato tra i soldati”, le mani chiuse a pugno serrato, l’uniforme da generale e l’espressione del comando.
Le otto figure di fanti rappresentano diverse tipologie di soldato, ovvero il Bersagliere, rivolto verso il Duca d’Aosta in attesa di comandi, la Vedetta Giovane, Il Fante ardito, il Fante contadino.
Poi l’Alpino, la Vedetta Veterana con il moschetto a baionetta, il fante cittadino e il Fante che si toglie la maschera, alludendo alle prime armi chimiche dell’epoca.
Breve accenno a Emanuele Filiberto
Emanuele Filiberto, conosciuto come il Duca d’Aosta iniziò la carriera nel 1884 entrando nell’accademia militare di Torino e nel 1906 ottenne il comando del corpo d’armata di Napoli, trasferendosi con la famiglia nella Reggia di Capodimonte (NA).
Prima che l’Italia entrasse in guerra, il Duca d’Aosta partecipò anche alla mobilitazione segreta dove, con altri soldati si mosse prima verso Venezia e poi Treviso.
Emanuele Filiberto fu anche soprannominato Duca Invitto dalla propaganda bellica dell’epoca, questo per la mancanza di una vera e propria sconfitta durante le 12 battaglie dell’Isonzo, sull’allora frontiera orientale Italo-Austriaca.
Nell’ottobre 1922 durante la marcia su Roma, l’inizio della dittatura fascista, Mussolini propose Emanuele Filiberto come successore alla carica di Re d’Italia, nel caso Vittorio Emanuele III si fosse opposto al fascismo.
Il 17 giugno 1926, sia per meriti di guerra che per riconoscenza e sostegno al Duce, il Duca d’Aosta fu nominato Maresciallo d’Italia, un grado militare creato durante il ventennio fascista.
Il Duca d’Aosta morì il 4 luglio 1931 a Torino e, secondo le sue volontà fu sepolto tra i soldati nel sacrario militare di Redipuglia, in provincia di Gorizia.
A Emanuele Filiberto sono intitolati il ponte sul Piave, a Jesolo (VE), il ponte Duca d’Aosta sul Tevere, a Roma e la piazza di fronte alla Stazione Centrale di Milano.
La Regia Marina gli intitolò anche un incrociatore, poi ceduto all’Unione Sovietica al termine del secondo conflitto mondiale, in conto riparazione dei danni di guerra.
Torino oltre al monumento di piazza Castello, ha intitolato al Duca d’Aosta la piazzetta di fronte al Politecnico, dove si trova la statua al Fante d’Italia.