Bartolomeo Bosco, storia del celebre mago torinese

Bartolomeo Bosco, nato a Torino il 3 gennaio 1793 in una famiglia di nobili tradizioni militari, è considerato uno dei più grandi illusionisti e prestigiatori di tutti i tempi.

Bartolomeo Bosco, fin dalla tenera età dimostrò talento esercitandosi con giochi di prestigio, poi da ragazzo, nonostante la disapprovazione della famiglia iniziò a raffinare i trucchi che intuiva osservando prestigiatori e giocolieri.

Storia di Bartolomeo Bosco

Bosco nacque dalla madre Cecilia Cerore, proprietaria del Caffè Internazionale, frequentato dalla Torino bene dell’epoca e dal padre Matteo che tuttavia, morì quando Bartolomeo era ancora ragazzo.

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Rimasta vedova, la madre Cecilia affidò Bartolomeo presso un collegio con l’idea di farlo diventare maestro di scherma e avviarlo alla carriera militare, mantenendo così le tradizioni famigliari.

Bartolomeo Bosco entrò nell’esercito napoleonico come soldato del 111° Reggimento fanteria di Linea, partendo poi per la campagna di Russia.

Durante la battaglia di Bordino del settembre 1812, una delle più sanguinose tra le guerre napoleoniche, Bosco fu catturato dai Russi e confinato in un campo di prigionia presso Tobolsk, nella Siberia Occidentale.

Fu proprio durante la prigionia che Bartolomeo Bosco affinò il suo talento di prestigiatore, esibendosi sia per i suoi compagni che per i Russi, dai quali venne anche pagato.

Notato dagli ufficiali Russi, Bosco poté organizzare spettacoli sia nei palazzi dei nobili che del governatore e, come egli stesso raccontò, utilizzò i suoi guadagni anche per alleviare la prigionia dei propri compagni.

Liberato nel 1814, Bosco tornò a Torino dove la sua famiglia, che riteneva la vocazione di mago indegna per un gentiluomo, insistette affinché si laureasse in medicina.

Dopo una breve permanenza alla facoltà di medicina, Bartolomeo Bosco lasciò l’università iniziando a viaggiare per l’Europa come prestigiatore, raggiungendo ben presto fama internazionale oltre ad attirare l’ammirazione di diverse corti europee.

Bosco si esibì in Germania, Austria, Polonia, Danimarca, Spagna, Olanda, Russia, Francia e Inghilterra, poi alla Grande Esposizione di Londra del 1851, a Torino presso la corte dei Savoia ed a Parigi al cospetto di Napoleone III, appassionato dilettante di giochi meccanici e di prestigio.

Bartolomeo Bosco, grazie anche ai suoi modi colti ed eleganti fu molto ricercato dai regnanti dell’epoca, da cui ottenne doni, brevetti e certificati, come il diploma d’onore dell’Accademia di Belle Arti di Amburgo

Inoltre fu il primo prestigiatore occidentale ad esibirsi in Turchia e, il successo fu tale che nel 1844 il Sultano gli concesse di aprire il Teatro Bosco a Costantinopoli.

Il teatro sorgeva nell’attuale distretto Beyoğlu di Istanbul, poi nel 1870 fu distrutto da un incendio e sui suoi ruderi, acquistati dal banchiere greco Christaki Zoğrafos oggi sorge complesso residenziale di lusso Çiçek Pasajı.

Spettacoli e stile teatrale

Bosco utilizzava pochi strumenti come carte, uccelli e monete, mentre la sua specialità, ovvero il numero dei bussolotti consisteva nel far passare una pallina attraverso tre bicchieri metallici capovolti sul tavolo, senza toccarli.

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Invece nel numero della fucilazione, Bosco si poneva dinanzi al plotone di esecuzione e, dopo aver dato l’ordine di sparare usciva indenne dalla nuvola di fumo, con ai suoi piedi le pallottole esplose.

Bartolomeo Bosco seppe generare effetti sorprendenti con numeri spesso molto semplici equilibrando calcolo, destrezza, conoscenza dei mezzi tecnici e grande capacità di influenza psicologica.

Per farsi comprendere nelle diverse nazioni in cui si esibiva ideò un suo idioma particolare, ovvero il dialetto piemontese mischiato con, accenti, vocaboli ed espressioni tedesche, francesi e russe.

Anche se battezzato dal pubblico Re dei prestigiatori e prestigiatore dei Re, il mago torinese si fece chiamare semplicemente Cavalier Bartolomeo Bosco di Torino e, nonostante gli attribuissero poteri soprannaturali, egli si dichiarò sempre e solo un prestigiatore.

Infatti pubblico, cronisti e impresari dell’epoca crearono diversi aneddoti attorno alla figura di Bosco e, anche se alcuni sono fantasiosi o palesemente falsi restano comunque affascinanti, poiché rendono l’idea di quanto fosse famoso e apprezzato.

Inoltre Bartolomeo Bosco ispirò molti dei suoi colleghi, sia contemporanei che futuri, contribuendo a dare lustro e fama all’arte magica tanto che in Europa il suo nome fu usato come sinonimo di prestigiatore.

Stile e abbigliamento di Bartolomeo Bosco

Bartolomeo Bosco non utilizzava la tradizionale scenografia dei maghi, bensì una semplice decorazione era a carattere funebre con drapperia nera e raffigurazione di teschi, scheletri e candelabri.

Inoltre, superando lo stereotipo del mago con l’abito orientale a maniche lunghe, Bosco indossava un giubbetto attillato a maniche corte e strette, anche a dimostrazione di non poter nascondere nulla le vesti e quindi, sottolineando l’apparente assenza di trucchi o inganni.

Poi il suo stile varcò i palcoscenici ispirando la moda maschile dell’epoca, tanto che nell’alta società parigina nacquero copie sia delle sue mersine alla russa che dei suoi stivaletti.

Bartolomeo Bosco morì a Dresda (Germania) nel 1863 e fu sepolto presso il vecchio cimitero cattolico della città.

Poco prima che la sua tomba fosse demolita, fu acquistata e poi restaurata dal famoso illusionista ungherese Harry Houdini e, ancora oggi è curata dal circolo prestigiatori di Dresda.

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lapide Bartolomeo Bosco – CC BY-SA 4.0

L’epitaffio sulla sua lapide recita “La magia sta nel buonumore”.

Nel 1890 il tedesco Conrad Bernitt inventò il primo sistema di stampa fotografica automatica e l’invenzione gli apparve così magica, che chiamò il suo sistema Bosco.

Anche l’attore e regista inglese Charlie Chaplin omaggiò Bartolomeo Bosco, infatti nel suo film Circo del 1928, chiama Prof. Bosco il mago al quale, una una scena del film viene rovinato il numero.

charlie chaplin omaggia bartolomeo bosco

Sotto il nome di Bartolomeo Bosco vennero pubblicati diversi testi come Raccolta europea, passatempo dell’intermezzo nelle sedute di magia egiziana del 1853, Gabinetto magico ossia il complesso dell’arte di prestigio del 1854 e La selva incantata ossia modo di fare giuochi inventati dal prof. cav. Bosco del 1867.

Il testo Les Aventures de Bartolomeo Bosco de Turin, professeur de prestidigitation, pubblicato nel 1851 oltre a testimoniare l’enorme fama del mago torinese, contribuì a dare grande lustro all’arte della prestigiazione.

Nel 2017 lo scrittore bresciano Alex Rusconi, dopo una ricerca durata oltre 15 anni ha pubblicato il testo Bartolomeo Bosco. Vita e meraviglie del mago che conquistò l’Europa,

Il libro, con la prefazione del famoso comico e illusionista milanese Raul Cremona, basandosi su articoli e recensioni dell’epoca cerca di distinguere le notizie vere da quelle gonfiate o false tramandate fino ad oggi.

Il naufragio sulla Senna di Bartolomeo Bosco

La vita di Bartolomeo Bosco fu un insieme di misteri e avventure, come il naufragio del 1835 nella Senna parigina, quando Bartolomeo Bosco perse tutti i suoi attrezzi e che, secondo alcuni sarebbero ancora sepolti nel letto del fiume.

Grazie al libro di Alex Rusconi, lo scrittore e illusionista torinese Mariano Tomatis ha lanciato l’idea di ritrovare l’antico tesoro del mago torinese, che dovrebbe essere nei pressi del Pont du Pecq, a Saint-Germain.

La sfida fu raccolta da alcuni appassionati del Circolo di Magia di Torino, i quali presero anche contatti con un club di sommozzatori parigino, tuttavia la spedizione per ritrovare il tesoro perduto Bartolomeo Bosco non ebbe seguito.

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