Duomo di Chieri: storia, affreschi e opere d’arte

Il duomo di Chieri, ovvero la chiesa di Santa Maria della Scala, in stile neogotico è il principale luogo di culto della città e la prima costruzione risale al 1016 per volere dell’allora vescovo di Torino Landolfo.

Secondo alcuni il duomo di Chieri sorge su un precedente tempio pagano dedicato a Minerva, divinità romana e protettrice degli artigiani, tuttavia è una tesi con prove storiche piuttosto labili.

Invece è accertato che, intorno al V secolo vi fosse una chiesa paleocristiana, le cui tracce sono emerse durante recenti scavi.

Storia del Duomo di Chieri

Il primo edifico in forme romaniche nacque intorno al 1016, poi per volontà del duca Amedeo VIII, delle principali famiglie chieresi oltre che di Comune e canonici, nel 1405 iniziò la costruzione della nuova chiesa poi consacrata nel 1437.

duomo chieri

Anche se l’autore del progetto è sconosciuto, diversi studiosi ne sottolineano le somiglianze con le chiese gotiche lombarde dell’architetto Bernardo da Venezia, attivo alla corte dei Visconti, signori di Milano.

Infatti, secondo questa teoria la chiesa di Santa Maria della scala di Chieri si potrebbe attribuire a Bernardo da Venezia, anche per l’accertata partecipazione di maestranze lombarde.

Nel Settecento, su progetto dell’architetto torinese Bernardo Antonio Vittone fu realizzata la cappella della Beata Vergine delle Grazie e il cupolino per illuminare la statua della Madonna.

Nell’Ottocento il duomo di Chieri fu riportato allo stile gotico originale sotto la guida dell’architetto vercellese Edoardo Arborio Mella che, modificando la facciata e aggiunse anche due portali laterali.

Sul frontone a triangolo acuto sopra il portale principale è posata una copia della statua in marmo della Madonna del Melograno, mentre l’originale è conservata nel Duomo.

Il campanile, alto 50 metri fu realizzato in momenti diversi, nel 1329, 1365 e 1492, mentre alla sua base possiamo ammirare due antiche meridiane.

meridiana duomo chieri

foto di Gianni CaredduCC BY-SA 4.0

La pianta del Duomo di Chieri è a tre navate e affiancate da ben 15 cappelle ricche di opere d’arte.

Il battistero è decorato da un ciclo di affreschi che rappresenta la Passione di Nostro Signore Gesù Cristo secondo San Giovanni, opera risalente intorno al 1435 del pittore chierese Guglielmetto Fantini.

Sempre nel battistero possiamo ammirare la statua della Madonna del Melograno, fino al 1981 posta sulla facciata del Duomo di Chieri e poi sostituita da una copia per preservarla dalle intemperie.

L’apertura nel pavimento conduce al sito archeologico del Battistero, dove grazie agli scavi sono emerse tracce di una prima occupazione risalente al I secolo a.C.

cattedrale chieri

Nella cripta del Duomo di Chieri, la cui volta è affrescata con la Madonna e il Bambino, vi sono sepolti alcuni personaggi importanti come Prospero Balbo, sindaco torinese, rettore dell’università e presidente perpetuo dell’Accademia delle Scienze di Torino.

Poi il figlio Cesare Balbo, anch’esso sindaco di Torino e primo Presidente del Consiglio del Regno di Sardegna e Giovanni Battista Lorenzo Bogino, Ministro per gli affari di Sardegna dal 1759 al 1773.

La sacrestia, l’antica aula capitolare dove si riunivano i canonici fu edificata nel 1668 grazie a Giovanni Battista Bertone del Balbis e conserva preziosi mobili con decorazioni in stile rinascimentale.

Cappelle

Come detto in precedenza, le cappelle del Duomo di Chieri sono ricchissime di opere d’arte, come quella della Madonna delle Grazie, frutto dell’ampliamento dell’architetto torinese Bernardo Vittone nel 1747-1759 che conserva le tele del 1759 dedicate al voto della peste, opere del pittore svizzero Giuseppe Sariga.

Il 26 luglio 1630 i Conservatori della Sanità di Chieri emisero un voto alla Beata Vergine delle Grazie per liberarsi dalla peste che all’epoca, causò la morte di 4.500 chieresi su una popolazione di 11.000.

Nella cappella troviamo anche la statua lignea della Madonna delle Grazie, risalente al 1642 ad opera dello scultore di Savigliano (CN) Pietro Botto.

La cappella del Corpus Domini, decorata a stucco nel 1659 dal genovese Tommaso Carlone, conserva il dipinto di Davide che danza dinanzi all’arca di Abramo ed i tre angeli, opera del pittore torinese Giovanni Antonio Mari.

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Nella cappella Tabussi troviamo un affresco del XV secolo, riconducibile alla scuola del pittore torinese Giacomo Jaquerio raffigurante la Vergine che accoglie i Re Magi.

La cappella Gallieri è intitolata a San Giovanni Battista decollato, il ciclo di affreschi del Quattrocento, di autore ignoto fu realizzato per volere testamentario del mercante e banchiere chierese Guglielmo Gallieri.

La cappella custodiva anche il tesoro del Duomo di Chieri, dei reliquiari in argento e oro dei secoli XII-XV, tuttavia fu rubato nel 1979 e solo parte della refurtiva venne poi recuperata.

Nella cappella di Sant’Anna e Sant’Antonio da Padova, in passato appartenuta alla Compagnia dei Sarti possiamo ammirare la pala del 1651, opera del pittore fiammingo Jan Miel.

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La cappella di Santa Rita, risalente a metà Novecento ospita il grande trittico dipinto nel 1989 dal chierese Luigi Benedicenti, in ricordo della visita di Papa Giovanni Paolo II, l’anno precedente, per il centenario di Don Bosco.

La cappella di santa Margherita da Cortona conserva la tela seicentesca del pittore di Carmagnola (CN) Lorenzo Pelleri, mentre quella dei Santi Piemontesi la tela dipinta nel 1947 dal torinese Mario Caffaro Rore che rappresenta i Santi Giuseppe Cafasso, Giuseppe Benedetto Cottolengo, Giovanni Bosco e Domenico Savio.

La cappella della Madonna del Carmine, ricca di stucchi barocchi conserva la pala d’altare del 1644 attribuita al pittore genovese Domenico Fiasella, e raffigura la Madonna con il Bambino che incoronano i santi Basilissa e Giuliano.

Nella Cappella della Beata Vergine del Suffragio, oltre alla volta affrescata possiamo ammirare la pala d’altare seicentesca attribuita ai fratelli milanesi Giuseppe e Carlo Francesco Nuvolone.

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Sull’arcata di ingresso troviamo lo stemma della famiglia di Giorgio Turinetti, committente della cappella oltre che Primo Presidente della Corte dei Conti e Intendente della Casa di Madama Cristina.

La cappella delle Reliquie, rinnovata in stile neogotico nel 1909 dall’architetto piemontese Giovanni Massoglia, custodisce l’urna del Cinquecento con le reliquie dei Santi Basilissa e Giuliano.

Nella cappella della Resurrezione possiamo ammirare la pala d’altare attribuita a Giovanni Crosio, mentre sulla parete il dipinto del 1622 del pittore chierese Francesco Fea con i Santi Martino e Lorenzo.

Il dipinto del Fea, rimosso nel dicembre 1981 dalla cappella dei Santi Lorenzo e Martino, portò alla luce un affresco che rappresenta l’adorazione dei Magi, poi ai lati furono scoperti altri frammenti affrescali risalenti tra il 1428 e il 1436, attribuiti alla bottega del pittore torinese Giacomo Jaquerio.

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La cappella dei Re Magi conserva la tela d’altare del 1879, opera del pittore torinese Gabriele Ferrero, mentre quella di San Tommaso la pala del Settecento attribuita al pittore svizzero Andrea Casella.

Al centro troviamo la statua della Vergine della Pietà, risalente al 1731 per opera dello scultore Giovanni Marocco, poi sulla parete il dipinto settecentesco di Santa Elisabetta d’Ungheria attribuito al pittore torinese Vittorio Amedeo Rapous.

Nella cappella della Madonna di Loreto, possiamo ammirare la tela settecentesca di Santa Lucia, opera del pittore Giovanni Battista Cucco e quella del Seicento che rappresenta la Madonna, santa Maria Maddalena e san Giovanni Evangelista, opera del pittore chierese Antonio Fea.

Il Duomo di Chieri, nell’omonima piazza è una delle chiese più ricche di storia ed arte della prima cintura torinese, visitabile anche attraverso la guida dell’Associazione Carreum Potentia.

Accanto al Duomo di Chieri, oltre al monumento ai caduti troviamo anche la chiesa di Santa Lucia, fondata nel XV secolo.

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