Palazzo Barolo, famoso edificio storico di Torino è una delle più importanti e meglio conservate residenze nobiliari del Seicento e si trova in via delle Orfane 7, vicino all’elegante Santuario della Consolata.
L’edificio è sede dell’Opera Barolo che, secondo il testamento di Juliette Colbert, porta avanti le attività sociali che la marchesa avviò insieme al marito Tancredi.
Storia del Palazzo Barolo di Torino
Palazzo Barolo risale alla fine del Seicento, quando l’architetto Gian Francesco Baroncelli ristrutturò la casa del conte Ottavio Provana di Druento, primo scudiere e gran guardarobiere di Vittorio Amedeo II di Savoia.
Presso l’edificio dimorarono Elena Matilde, unica figlia del conte e il marito Gerolamo Gabriele Falletti di Barolo.
Poi quando il conte Provana non assegnò alla figlia la dote promessa al matrimonio, il marito decise di lasciare la casa con la famiglia, tuttavia il conte obbligò la figlia Elena Matilde a restare presso Palazzo Barolo, separandola da marito e figli.
Così Elena Matilde, all’età di soli 26 anni, per il dispiacere si gettò dalla finestra della sua camera.
Secondo la leggenda popolare, lo spirito della giovane si aggirerebbe irrequieto tra le stanze di Palazzo Barolo, alla ricerca di marito e figli.
Nel 1717 Palazzo Barolo passò a Ottavio Giuseppe, primogenito di Gabriele ed Elena Matilde, il quale a metà Settecento fece apportare modifiche in stile roccocò all’architetto romano Benedetto Alfieri, lo stesso che operò presso l’elegante Palazzo Civico di Torino.
Il seguito il suo primo genito Carlo Gerolamo acquistò alcuni stabili attigui a Palazzo Barolo e, tra il 1756 e il 1758 realizzò alcuni edifici destinati a reddito rivolti verso piazza Savoia (all’epoca piazza Susina).
Sempre nel 1756 Carlo Gerolamo ammodernò uno degli appartamenti a piano terra per il figlio Ottavio Alessandro che, nel 1780 affidò la ristrutturazione degli ambienti, sempre al pian terreno al torinese Leonardo Marini.
Poi tra il 1805 e il 1808, sotto la direzione di artisti come il pittore e scenografo torinese Luigi Vacca, fu realizzato un altro appartamento al piano nobile destinato al marchese Tancredi Feletti di Barolo ed a sua moglie Giulia Colbert di Maulévrier.
I coniugi furono gli ultimi proprietari e resero Palazzo Barolo il più celebre salotto torinese del Risorgimento intrattenendosi spesso con Re Carlo Aberto, Camillo Benso di Cavour e altri nobili dell’epoca.
I coniugi Barolo ospitarono anche lo scrittore di Saluzzo (CN) Silvio Pellico in qualità di bibliotecario e segretario, ovvero l’autore del celebre testo “Le mie Prigioni” a seguito della sua carcerazione nella fortezza austriaca dello Spielberg, oggi in Repubblica Ceca.
I marchesi dedicarono la loro vita ad opere assistenziali e caritatevoli a favore di orfane, prostitute e carcerate, facendo di Palazzo Barolo un vero e proprio centro di carità cristiana.
Poi alla morte dei marchesi, Tancredi il 4 settembre 1838 e Giulia il 19 gennaio 1864, l’edificio andò alla Fondazione Opera Pia Barolo, ancora oggi esistente.
Tra il 1906 e 1907 l’ala sud di Palazzo Barolo fu abbattuta per allargare via Corte d’Appello, venne anche realizzata una terrazza ma parte delle decorazioni dell’architetto romano Benedetto Alfieri andarono perdute.
Appartamenti e interni
Al piano terra di Palazzo Barolo vi sono due appartamenti, quello di Ercole dove il conte Provana accoglieva gli ospiti più importanti e quello di Diana.
Le decorazioni su volta e pareti dello Scalone d’Onore risalgono alla metà del Seicento, quando operò l’architetto Alfieri e, al centro della volta troviamo lo stemma della famiglia Feletti di Barolo.
Nel Salone d’Onore, rinnovato sempre dall’Alfieri a metà Seicento, possiamo ammirare la volta affrescata dal pittore veneto Mattia Bortoloni che raffigura l’apoteosi di Diana (figura della mitologia greca).
L’appartamento del conte Provana, al primo piano fu decorato nelle volte a fine Seicento e nelle pareti a metà Settecento e comprende anticamera, camera e studio.
Poi a metà Ottocento l’appartamento fu abitato dallo scrittore Silvio Pellico, che aiutò la marchesa Giulia di Barolo nelle sue opere sociali e caritatevoli, insegnando anche nelle scuole da lei fondate.
Nel Novecento l’appartamento, come voluto dalla marchesa nel suo testamento, venne destinato alle ragazze senza famiglia.
La Sala Mozart prende il nome dal compositore austriaco che venne a Torino nella metà del Settecento e conserva pregevoli affreschi che fanno capo alla scuola del pittore torinese Claudio Francesco Beaumont.
Nella Sala degli Specchi, considerata un vero e proprio capolavoro dell’architetto romano Benedetto Alfieri, possiamo ammirare la volta decorata con raffinati stucchi dorati che racchiudono gli eleganti affreschi.
Nell’antica Sala del Consiglio, ricostruita dopo la parziale demolizione del 1906, troviamo l’affresco centrale che rappresenta il matrimonio di Peleo e Teti (due figure della mitologia greca), opera del pittore torinese Luigi Morgari.
La Sala del Consiglio dell’Opera Pia Barolo è in stile neo-barocco, i quadri raffigurano la marchesa e il marito Tancredi, quest’ultimo oltre ad essere stato sindaco di Torino realizzò anche il primo cimitero generale della città.
L’appartamento dei coniugi Barolo fu allestito dal padre di Tancredi per i due sposi e comprende anticamera, camera e studio.
La volta dell’anticamera fu affrescata dal pittore torinese Luigi Vacca, le statue invece sono opera dello scultore fiorentino Luigi Pampaloni, mentre gli affreschi della camera, anch’essi del medesimo artista torinese raffigurano l’educazione di Dioniso, figura della mitologia greca.
Nella camera troviamo anche un raffinato orologio dorato da tavolo, il regalo di nozze che Napoleone Bonaparte fece ai marchesi Feletti di Barolo, mentre nello studio possiamo ammirare la tela del soffitto realizzata pittore torinese Francesco Gonin.
Il rinnovato splendore di Palazzo Barolo è anche frutto dei restauri iniziati nel 2012, con il coordinamento della Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte e grazie ai finanziamenti di Fondazione CRT e Compagnia di San Paolo.
Palazzo Barolo ospita anche la fondazione, due biblioteche, due musei e due archivi e, le numerose attività e collaborazioni ne fanno un luogo di grande attività culturale.