La chiesa di San Filippo Neri in stile barocco e neoclassico è stata edificata fra il 1675 ed il 1730 dagli architetti Antonio Bettino (svizzero) e Guarino Guarini (modenese), poi dal messinese Filippo Juvarra ed infine ultimata dal torinese Giuseppe Maria Talucchi
La chiesa di San Filippo Neri è l’edificio di culto più grande di Torino, con i suoi 69 metri di lunghezza e 37 di altezza e si trova a pochi passi dalla sede del Museo Egizio di Torino, sulla stessa area dove sorgeva la precedente chiesa di Sant’Eusebio.
Il progetto iniziale venne affidato all’architetto Antonio Bettino nel 1675 per volere di Carlo Emanuele II su commissione della Confederazione dell’oratorio di San Filippo Neri, poi 4 anni dopo nel 1679, il progetto venne affidato all’architetto Guarino Guarini.
La realizzazione della chiesa subì diversi rallentamenti poiché l’intero cantiere venne danneggiato durante l’assedio di Torino da parte delle truppe francesi nel 1706, mentre nel 1714 durante un periodo di grandi piogge, il crollo della cupola grande fece danneggiò anche buona parte delle mura.
L’anno successivo il progetto venne ripreso dall’architetto Filippo Juvarra che vi operò fino al 1735.
Gli ultimi lavori vennero realizzati fra il 1823 ed il 1854 sotto la guida dell’architetto Giuseppe Maria Talucchi che completò gli interni, la facciata ed edificò la sacrestia.
La chiesa di San Filippo Neri fa parte di un complesso più ampio che raggruppa la Casa dei Padri e l’Oratorio, infatti il progetto originale di Antonio Bettino prevedeva una grande cupola che sovrastava l’edificio per conferire alla chiesa un aspetto più maestoso e trionfante di quello attuale, tuttavia il crollo avvenuto nel 1706 ne rese impossibile la costruzione.
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Fu l’architetto Filippo Juvarra a progettare la navata donando alla chiesa l’imponente lunghezza di quasi 70 metri con un corpo centrale di circa 37 metri, poi lateralmente vi sono sei cappelle a cupola ellissoidale.
L’altare maggiore in stile barocco è stato realizzato durante i lavori del primo cantiere, precisamente nel 1703 ed è opera dell’architetto piemontese Antonio Bertola.
La pala (opera pittorica o scultorea che si trova sull’altare) dell’altare maggiore è stata realizzata dal pittore marchigiano Carlo Maratta e raffigura La Vergine, il Beato Amedeo, santa Caterina, sant’Eusebio, san Giovanni Battista.
All’interno della chiesa di San Filippo Neri si possono ammirare diverse opere come l’Immacolata Concezione e san Filippo Neri del pittore laziale Sebastiano Conca, San Filippo Neri che adora la Vergine col Bambino affidandole la protezione di Torino del pittore campano Francesco Solimena.
Poi il Martirio di San Lorenzo del pittore sloveno Francesco Trevisani, Storie della Vergine del pittore piemontese Bartolomeo Caravoglia ed altre opere dei pittori torinesi Enrico Reffo e Michele Antonio Milocco.
L’altare è inoltre coronato da tre statue che raffigurano la Fede, la Speranza e la Carità, realizzate dallo scultore svizzero Carlo Francesco Plura.
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In occasione dei 100 anni della fondazione dell’Oratorio della Casa dei Padri, nella chiesa di San Filippo Neri venne collocato il capolavoro dell’ebanista torinese Pietro Piffetti, ovvero il Paliotto del Piffetti, un ricamo di intarsi di materiali preziosi come avorio, madreperla, lapislazzuli, palissandro, ebano, diaspro, tartaruga.
Nella cripta risalente al 1600 riposano diversi caduti durante le guerre napoleoniche, alcuni cittadini illustri dell’epoca ed alcuni Padri fondatori, compreso Sebastiano Valfrè, presbitero attivo durante l’assedio di Torino del 1706 poi beatificato il 15 luglio1834 da papa Gregorio XVI.
L’organo è stato realizzato nel 1831 dai fratelli Serassi, una celebre dinastia di maestri organari lombardi, poi ampliato dall’organaro torinese Carlo Vegezzi Bossi.
L’Oratorio adiacente alla chiesa di San Filippo Neri dal 2006 ospita la sede del Museo Internazionale di Arte Applicata Oggi (MIAAO), dove dal 2010 è conservato anche il Paliotto del Piffetti.
Nella chiesa è possibile ammirare anche alcuni arredi, come una pala del 1749 intarsiata in madreperla, che viene posta sull’altare maggiore in occasione della Pasqua e della Pentecoste, un tappeto di oltre 100 metri donato dal Duca d’Aosta ed un presepe risalente alla fine del 1700 realizzato dai fratelli dell’Oratorio, formato da circa 30 statue in gesso e paglia che vestono i tipici costumi dell’epoca.
Una delle grandi opere del barocco di Torino del periodo ouvarriano
Una delle tante.
Grazie.